di Alberto P. Schieppati
Il rispetto che portiamo verso Michelin è ben noto e storicamente documentabile. Anche per questo ci permettiamo riflessioni e punti di vista che ne mettono in evidenza pregi e criticità. Parliamo dell’edizione 2018 della guida, presentata a Parma a metà novembre. Durante la presentazione, restiamo stupiti da una sottrazione importante. Quasi una premessa all’elenco delle stelle successivamente assegnate: Cracco meno uno, Sadler meno uno. Togliere una stella a Carlo Cracco e una a Claudio Sadler, che ne avevano due, ha il sapore di una presa di posizione dura, per non dire persino discretamente provocatoria. Comunque, una decisone paradigmatica, che non possiamo che augurarci meditata, ma che fa riflettere (o, se preferite, ipotizzare, al di là di ogni dietrologia) sulle conseguenze (per i responsabili della guida che hanno fatto questa scelta) di certi comportamenti legati a coraggiosa esposizione di sè e del proprio valore che, piaccia o no, é molto elevata, in entrambi i casi. Evidentemente l’imminente apertura di Carlo Cracco in Galleria e l’impegno incessante di Claudio Sadler nella propria attività non sono stati ritenuti da Michelin all’altezza delle due stelle, che non sono valse neppure come credito di fiducia e di autorevole continuità. Cosa è successo? Cosa non ha funzionato in occasione delle visite primaverili degli ispettori della Michelin? Non sappiamo e dubitiamo che si possa mai sapere. Pazienza. Ma la mannaia su Milano è stata mitigata dalla prima stella per gli ottimi Eugenio Boer, Mattias Perdomo, Roberto Conti (era ora!). E soprattutto c’è soddisfazione per la seconda stella al Vun del Park Hyatt di Milano, dove l’eccellente Andrea Aprea ottiene un meritato supplemento di attenzione. O per Raffaele Lenzi, laborioso e appassionato chef al Sereno di Andrea Berton. Buone notizie anche per Norbert Niederkofler, la terza stella è più che meritata. Bravo, numero uno per passione, coraggio, cultura. Fa gran piacere anche la prima stella a Christoph Bob, Chef nel più bell’albergo d’Italia, il Monastero Santa Rosa in Costiera amalfitana. Anche qui va detto: meglio tardi che mai…