di Alberto P. Schieppati
E’ già stato detto tutto, sostiene qualcuno. Può darsi. Ma, pensandoci su, a mia volta ribatto: non è vero, c’è ancora molto da dire. Molto più di quanto si pensi: ci sono storie da raccontare, personaggi da conoscere, nuovi prodotti da testare, esperienze da vivere, novità da condividere. Opinioni da confrontare, professionalità da sostenere, protagonisti da ammirare, talenti da motivare. Proprio per questo, Artù decide di allargare ulteriormente i propri (già vasti) orizzonti. Come? Regalando ai lettori più contenuti, più case history, più servizi giornalistici, più attenzione a quanto accade nel variegato, talvolta irrequieto, mondo dell’ho.re.ca. Anzi, del B.A.R.: ovvero Bar-Alberghi-Ristoranti, come in Italia vogliamo ridefinire il comparto dell’offerta dei pubblici esercizi e dell’ospitalità. E, anche se siamo spesso considerati il magazine di riferimento per l’alta ristorazione (e continueremo ad esserlo) , abbiamo pensato che c’è una linea ben marcata che unisce trasversalmente –ai livelli più alti- quanti operano nel complesso mondo dell’offerta di ristorazione, di ospitalità, di food and beverage, di servizi. Che tocca ristoranti, bar, albegrhi, ovvero l’ossatura del Made in Italy. Un mondo fatto sì di grandi chef, di sommelier, di restaurant manager, di direttori d’albergo ma anche di bartender, di mixologist, di wine barmen, di semplici baristi e bariste che hanno fatto della propria attività una missione di vita. Dai quali dipende la soddisfazione del cliente. Come per lo chef, anche per baristi e albergatori professionali, la differenza la fa la qualità delle materie prime scelte (dal vino al caffè alle farine ai soft drink ecc.) e delle attrezzature utilizzate. Per dare più spazio alle storie di questi professionisti appassionati, Artù diventa BARtù: dal prossimo settembre la rivista quintuplica la propria diffusione, arrivando a coprire l’universo totale del B.A.R. e raggiungendo tutte le aziende più importanti del settore. I contenuti? Sempre più appealing… Case history, interviste ai protagonisti, nuovi locali, lounge o resort, ristoranti etnici o trattorie moderne, cocktail bar e international drink, ma anche ambienti tradizionali che esprimono alta professionalità e attenzione ai nuovi mercati. Artù non muore: continua con rinnovato vigore e con la consueta cura per i dettagli, in prima linea nel monitorare tendenze e cambiamenti, nel raccogliere istanze e volontà di rinnovarsi. Sempre dalla parte di chi lavora bene, come abbiamo sempre detto e ripetuto nel corso del tempo. Seguiteci dunque, su carta e on line: ne vedrete delle belle!